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L’Anello della Valle delle Tane



CARATTERISTICHE DEL PERCORSO
Lunghezza: 14,73 km
Dislivello: 1.513 m
Quota min/max: 422/1.566 m
Tempo di percorrenza: 6.30
Difficoltà: D

L’Anello della Valle delle Tane è un percorso impegnativo, che a tratti richiede di affrontare pendenze notevoli ma al tempo stesso regala panorami ed atmosfere suggestivi, in contesti ambientali di alto pregio e preservati dalla mano dell’uomo.

La sua partenza è situata nel cuore del centro storico di 
Buggio (446 m), piccolo e caratteristico borgo dell’Alta Val Nervia ed unica frazione del territorio comunale di Pigna, apprezzato per le sue peculiarità storiche ed architettoniche oltre che per la tradizionale sagra annuale della castagna.

Dalla piazza antistante l’ingresso della Chiesa Parrocchiale di San Giovanni Battista, costruita nel XVI secolo in stile barocco, al cui interno sono conservate varie statue realizzate con il pregevole marmo di Carrara, si rimontano i tipici caruggi raggiungendo la strada asfaltata che sormonta il paese.


Con le case alle spalle, presso un tornante, si imbocca una mulattiera che, risalendo la valle verso i suoi meandri più remoti, dopo poche decine di metri varca dapprima le soglie della Zona Speciale di Conservazione, e quindi della Zona di Protezione Speciale, dei monti Toraggio e Pietravecchia, oltre a quelle del Parco Naturale Regionale delle Alpi Liguri.

Nell’area sono presenti habitat che ospitano numerose specie faunistiche, come l’Aquila reale (Aquila chrysaetos), il Biancone (Circaetus gallicus), il Falco pellegrino (Falco peregrinus), il Gufo reale (Bubo bubo), la Lucertola muraiola (Podarcis muralis), il Lupo (Canis lupus), lo Scazzone (Cottus gobio) e vari Chirotteri, e floristiche, caratterizzate da un areale molto ristretto quali il Camedrio lucido (Teucrium lucidum), la Genziana ligure (Gentiana ligustica), la Micromeria marginata (Micromeria marginata) e lo Zafferano ligure (Crocus ligusticus), protette a livello internazionale.

Il sentiero procede sospeso tra la maestosa vista del Poggio Tenarda e lo scrosciare delle acque del Torrente Nervia, le quali, sgorgate dalle pendici del Monte Pietravecchia, termineranno la loro corsa nel Mar Ligure, dopo oltre 28 km.

L’alveo del torrente si fa sempre più vicino ed il cammino, dopo aver variato sponda più volte con alcuni guadi, guadagna rapidamente quota all’ombra di un bosco composto in prevalenza da Carpini neri (Ostrya carpinifolia) e Noccioli (Corylus avellana), raggiungendo i ruderi di un gruppo di casoni in pietra (824 m), uno dei rari segni antropici dell’area.

La risalita lungo la Valle delle Tane è ancor più impegnativa ma addolcita da un’atmosfera fiabesca, impreziosita da guadi avventurosi alternati a scorci e panorami incontaminati sulla Rocca Composta, il Monte Pietravecchia e l’intera valle, nei quali il grigio delle rocce ed il verde delle chiome si fondono, in un connubio perfetto, con il blu del cielo e del mare.

L’ultimo tratto, più agevole ed immerso tra le conifere, ne precede il culmine, sul crinale del Colle della Sella (1.566 m), seguito da un breve falsopiano lungo la strada sterrata diretta alla Colla Melosa (1.541 m), crocevia tra le alte valli Argentina e Nervia, dove sarà possibile rifocillarsi in un alberghetto o seduti di fronte al Carmo Ciaberta (1.768 m) ed al Monte Grai (2.011 m), osservando magari, durante il periodo estivo, le mandrie e le greggi in alpeggio, intenti a cercare Camosci (Rupicapra rupicapra) o Caprioli (Capreolus capreolus).

Il cammino prosegue lungo una strada sterrata attraverso la pineta che abbraccia il Monte Corma, meta invernale per gli amanti delle ciaspole e dello sci di fondo, verso il limite meridionale di distribuzione della Civetta capogrosso (Aegolius funereus) e della Civetta nana (Glaucidium passerinum), due rapaci notturni alpini molto rari e protetti.

Abbandonata la strada si imbocca un divertente sentiero che scende verso il Poggio Tenarda (1.447 m) ed affianca alcuni ruderi prima di dirigersi verso la Diga di Tenarda (1.319 m) e l’omonimo lago artificiale, unico nella Provincia di Imperia, ricavato nei primi anni ‘60 per accumulare fino a 2 milioni di m³ d’acqua da distribuire agli abitanti di Sanremo e Taggia.

La strada sterrata diretta alla base della diga prosegue oltre i confini del Parco Naturale Regionale delle Alpi Liguri e della Zona di Protezione Speciale, quindi, in Regione Teglia, la discesa riprende tra Carpini neri e Roverelle (Quercus pubescens) per un sentiero lungo il quale è possibile riconoscere le tracce di alcuni Mammiferi, come il Cinghiale (Sus scrofa), la Martora (Martes martes) ed il Tasso (Meles meles), e contattare varie specie ornitiche, quali l’Allocco (Strix aluco), il Fringuello (Fringilla coelebs), la Ghiandaia (Garrulus glandarius), il Pettirosso (Erithacus rubecula) ed il Picchio nero (Dryocopus martius), il più grande picide europeo, distinguibile per lo scuro piumaggio che contrasta con la macchia rossa sul capo, più ampia nel maschio e ridotta alla sola nuca nella femmina.

Giunti in Regione Fue’ si percorre la mulattiera diretta a La Brighetta (822 m), chiesetta campestre sopravvissuta al tempo a differenza dei casolari nei suoi dintorni, frequentati fino agli anni ‘50 da pastori provenienti da La Briga. 

La discesa si conclude attraverso aree ricche di vegetazione termofila, particolarmente gradite a Rettili come la Lucertola ocellata (Timon lepidus), il più grande sauro presente in Italia e circoscritto alle province di Imperia e Savona, caratterizzato da ocelli blu lungo i fianchi, ben evidenti nel maschio, che contrastano con la livrea verde.

Gli ultimi passi, fuori dalla Zona Speciale di Conservazione, riportano agli antichi caruggi del centro storico di Buggio.

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