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Il Canavesio

Chi è Giovanni Canavesio?

"Presbiter Johannes Canavesi de Pinerolio pinxit", così si firma questo itinerante pittore della seconda metà del Quattrocento. Sulla sua vita ci sono pochi dati. Sarebbe nato verso il 1430 a Pinerolo (Piemonte). Nell’archivio di Pinerolo è menzionato su un documento del 1450. Nel 1472 lavora ad Albenga. Nel 1480 gira nella zona di Nizza. Come numerosi altri artisti che scelgono di trasferirsi sulla costa o nell’entroterra, Giovanni Canavesio lascia il Piemonte per lavorare principalmente nel Ponente ligure e nelle Alpi Marittime.
Contemporaneo di Ludovico Brea, il Canavesio è considerato come un pittore di largo respiro, con una cultura che affonda le sue radici sia nella tradizione alpina occidentale sia in quella franco meridionale. Occupa un posto originale nella pittura ligure della fine del Quattrocento. Usa l’influenza del teatro, della drammaturgia, soprattutto negli affreschi in cui si nota la composizione in scene, con un gusto per le prospettive e le costruzioni architettoniche.

In questa ventata di realismo s’inserisce il movimento cosiddetto del Gotico Internazionale. Le influenze del Nord sono sensibili. È interessante rilevare che le opere di Canavesio sono caricate di un certo arcaismo medioevale.

I restauri
Il primo restauro tra 1935 e 1936 fu piuttosto una prova per restituire più o meno rigorosamente una certa leggibilità al ciclo già notevolmente lacunoso. Dato che gli affreschi si trovavano in uno stato di totale abbondono, all’inizio degli anni Cinquanta è stato iniziato un altro restauro per eliminare le reintegrazioni incongrue. Poi nel 1959 la Soprintendenza decise di restaurarli con la tecnica dello strappo. Alcuni pannelli furono riconsegnati al paese nell’anno 1966 per essere esposti nella parrocchiale di San Michele. Nel 1976 un intervento globale sul ciclo finalizzato alla sua definitiva ricollocazione nella chiesa di San Bernardo è stato affidato al laboratorio pisano di Walter Benelli. Un primo lotto di lavori (gli Evangelisti e i Dottori della Chiesa delle due volte) sistemati su moderni supporti semi rigidi in vetroresina vengono ritrasferiti sulle volte della chiesa; agli inizi degli anni Ottanta un paziente lavoro di conservazione e restauro continuerà fino al 1996, procedendo per piccoli lotti. La chiesa è stata riaperta ufficialmente il 5 aprile 1998.